L’improvvisa scomparsa di Steve Albini, avvenuta il 7 maggio 2024 all’età di 61 anni, lascia ai fan e agli amanti della musica un’eredità enorme e variegata. Le band di cui ha fatto parte erano leggendariamente rumorose e aggressive, nonché uniche e inimitabili: Rapeman, Big Black e Shellac, la sua ultima band. I suoi testi erano provocatori, inconfondibili e spesso ironici, in quanto criticavano gli aggressori e celebravano gli stravaganti.

Al di là del suo contributo al noise rock come interprete, Albini ha registrato, mixato e curato i dischi di gruppi musicali che vanno dai più conosciuti, come Nirvana, Bush, Pixies, The Breeders, Cheap Trick, fino agli artisti più piccoli e/o sconosciuti. È stata la sua devozione nei confronti di questi gruppi, quelli senza una pagina su Wikipedia o provenienti da piccole città di tutto il mondo che anelavano al tempo e all’attenzione di uno dei migliori orecchi della scena musicale contemporanea, che lo ha distinto dagli altri produttori. Lui stesso preferiva farsi definire “ingegnere del suono”, perché considerava il lavoro del produttore troppo intrusivo rispetto alle scelte artistiche delle band. Albini desiderava registrare nel modo più fedele possibile i gruppi, più vicino al sound che le band avevano dal vivo.

Il suo lavoro ha spaziato tra vari generi, tra cui il metal (Neurosis, Zao, High on Fire, KEN Mode), il folk (Smog, Will Oldham, Nina Nastasia, Songs:Ohia), il post-rock (MONO, Sonna, Mogwai) e lo sperimentale (Labradford, Electrelane, Dirty Three). Si tratta di una discografia così ampia e variegata da rendere difficile a qualsiasi fan dell’indie rock di non trovare le impronte di Albini tra i propri album preferiti.

Sebbene sia stato considerato come una persona burbera e severa che non sopportava le sciocchezze, i ricordi di coloro che hanno conosciuto personalmente Albini lo descrivono come gentile, onesto e diretto (anche pesantemente). Mac McCaughan (cofondatore di Merge Records), che ha lavorato con Albini su diversi dischi della sua band Superchunk, ha raccontato che Albini “NON era interessato a quelle due cose che sono l’ossessione di tutta l’industria musicale: il prestigio e il denaro”.

Celebriamo la gigantesca eredità musicale di Steve Albini con un elenco non esaustivo di alcuni dei suoi migliori lavori di produzione e registrazione, molti dei quali celebri, ma alcuni ben al di sotto del radar. Albini lascia una ricchezza di influenza in tutto il settore, una presenza sui social media che ha irritato non pochi individui e un sound tanto memorabile quanto insostituibile.